Beretta: successi da record
Ora che tutto è finito, ora che sul centro di tiro è calato il sipario, ora che il suono dei sovrapposti da competizione ha lasciato posto al fruscio delle ruote dei bagagli di gente che parte, è tempo di bilanci. E quelli di Beretta sono pazzeschi: presente con circa il 50% dei fucili in azione, conquista il 93% dei titoli disponibili.
Fabbrica d’armi Pietro Beretta ha approcciato l’evento sportivo dell’anno con una doppia consapevolezza: la bravura dei tiratori del Team e la bontà assoluta dei propri prodotti: arma (DT11 e SL2) e abbigliamento tecnico. E i risultati hanno superato ogni più rosea previsione per l’azienda di Gardone Val Trompia: 14 titoli sui 15 a disposizione rappresentano un consuntivo record. Alla precedente tornata, 9 furono i successi conquistati da atleti con in braccio un fucile Beretta. Uno in meno di quelli ottenuti nel 2016 che, fino a ieri, rappresentava il record per l’Azienda.
Se quando si parla di questi successi così plateali è indubbia la rilevanza anche del “pizzico di fortuna”, è altrettanto realistico parlare del coronamento degli sforzi quotidiani nel rendere Beretta il partner più affidabile che esista. Il DT11, nell’ambito fucili, è la macchina perfetta: ha saputo traguardare gli anni aggiornandosi costantemente grazie a precise “iniezioni tecnologiche”, soprattutto per quanto riguarda le canne (da sempre vanto dell’Azienda): la tecnologia Steelium Pro (e Pro X per il neonato SL2) ha consentito ai tiratori di poter godere di un vantaggio decisivo quanto a “marginal gain”. Prendiamo ad esempio la prestazione di Diana Bacosi, che ha un modo di sparare molto particolare: uno sparo “a seguire”, lasciando che i piattelli si allontanino molto e andandoseli a prendere nel cielo. Questa cifra di stile è agevolata dalla consistenza delle rosate che escono dal suo DT11: basta anche un grano per rompere il piattello, e avere una distribuzione omogena dello sparo aiuta in modo decisivo.
Se Beretta è arrivata a questi risultati è perché non ha mai smesso di evolversi scegliendo le migliori menti di Ricerca e Sviluppo, di utilizzare a proprio vantaggio la tecnologia e fornirla a tutti i tiratori come l’applicazione di Shooting Data.
La connessione tra Beretta e l’evento sportivo più prestigioso di sempre è rappresentata da una straordinaria hall of fame di trionfi: 9 generazioni di tiratori, 68 anni di vittorie.
Tutto è iniziato nel 1956 con Galliano Rossini, che utilizzava un'arma che somigliava più a un fucile da caccia che da tiro. Da allora, Beretta ha attraversato decenni di successi, arrivando nel 2016 a conquistare ben dieci titoli.
Grandi traguardi sono giunti anche quattro anni dopo: su 116 atleti, 64 hanno imbracciato un prodotto progettato e costruito a Gardone Val Trompia, a significare che più di un atleta su due si affida a Beretta per affrontare la sfida più importante della sua vita agonistica.
La svolta decisiva è avvenuta nel 2011, con l'introduzione del celebre DT11, il fucile più vittorioso di sempre. Questo sovrapposto ha portato equilibrio, potenza e precisione nelle mani dei migliori atleti del mondo. Ogni dettaglio del Beretta DT11 è stato realizzato con maestria per soddisfare e superare i requisiti tecnici dei tiratori più seri, garantendo un controllo eccezionale e un tiro perfetto.
“Questa è una storia lunga e ricca di eccellenze, i cui risultati dimostrano la qualità altissima delle nostre armi – commenta Carlo Ferlito, amministratore delegato e direttore generale di Fabbrica d’Armi Pietro Beretta SpA – Ogni innovazione ha rappresentato un passo avanti verso la creazione di qualcosa di straordinario. È un percorso di successi e sogni realizzati, un viaggio compiuto assieme ai nostri atleti che rappresentano per noi fonte essenziale di sviluppo e per portare l’asticella sempre più in alto. Ma non è solo questione di obiettivi raggiunti: la sensazione che prevale è quella di unione, di team, di famiglia. Una famiglia in cui crescere: tiratori e azienda assieme.”
Invincible minds, unbreakable Champions.